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La battaglia contro il “Melonato” e l’Autonomia compatta le opposizioni, ma è tardi

Rossella Guadagnini * il . Costituzione, Diritti, Istituzioni, Politica, referendum e costituzione

Pd, M5S, Avs e Più Europa schierati finalmente fianco a fianco contro l’Autonomia differenziata, anche se la prima manifestazione congiunta dello scorso 18 giugno è arrivata a voto ormai scontato. Adesso opposizione politica e sociale devono rispondere in maniera unitaria. Le alternative per bloccare le riforme antidemocratiche e anticostituzionali esistono.

Nel post Europee si cerca freneticamente un federatore o una federatrice del centro sinistra? Benissimo, questo ruolo lo giocano (involontariamente) le due scellerate ed eversive riforme costituzionali del governo Meloni.

Contro l’autonomia differenziata e il premierato, che formano la diade inscindibile del patto di scambio Salvini-Meloni sotteso ad entrambe, la sinistra risorge come l’araba fenice dalle proprie ceneri, trovando una forza e una compattezza finora inedite. Anche se ormai è tardi per bloccare il corso degli eventi e i voti non sono sufficienti.

Ma facciamo un passo indietro. Il 12 giugno con le riforme in discussione avviene, tra gli scranni della Camera, l’aggressione indecente delle destre, in cui un deputato del M5S, Leonardo Donno, viene barbaramente aggredito a calci e pugni, sino a finire in ospedale, solo perché intenzionato a consegnare il tricolore al ministro Calderoli.

Il giorno successivo, il 13, è partita una manifestazione davanti a Montecitorio, mentre si discuteva in aula il Ddl Calderoli. Esponenti delle principali forze politiche della sinistra, la Cgil di Landini con La via maestra e le associazioni della società civile hanno fatto quadrato intorno alla (S)Veglia democratica per La Repubblica, organizzata dai ‘partigiani’ della Costituzione di Tavolo e dei Comitati No Ad, da sei anni impegnati con rigore, coerenza e costanza sul tema del no al regionalismo differenziato, fissando l’appuntamento successivo per tutti il 18 giugno, giorno del voto del Ddl Calderoli.

Un incontro eminentemente politico: Pd, M5S, Avs e Più Europa hanno allargato l’invito anche a Iv con Renzi, che ha rifiutato, come è accaduto per Azione di Calenda, estendendolo ad associazioni, forze sociali e civiche che si sono ritrovate a piazza a Santi Apostoli a Roma. È stata la prima volta insieme per Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi. Un’iniziativa unitaria.

Perciò alle 17,30, mentre in Senato andava in scena il voto finale sull’autonomia differenziata, che si è protratto, tra diverse forzature, in una seduta fiume fino all’alba del giorno dopo, in molti hanno cercato di smontare anche il progetto più caro alla presidente del Consiglio, il Melonato. Con questo incontro l’opposizione parlamentare esce – per la prima volta dal Palazzo – “con una comune iniziativa politica”. Era ora.

L’aria che tira

Secondo i dem, dopo le Europee l’aria “è cambiata”. Che sia così o meno, un atto concreto è stato condiviso. Un percorso che ha portato a una nota congiunta e all’annuncio della piazza di martedì scorso. “Il governo Meloni sta forzando la mano e prova a minare le basi democratiche della nostra Costituzione, procedendo a colpi di maggioranza verso l’approvazione dello Spacca-Italia e del premierato”.

”Non permetteremo – affermano le opposizioni – che vengano compromesse l’unità e la coesione nazionale. Per questo invitiamo la cittadinanza, le forze politiche e sociali, quelle civiche e democratiche di questo Paese a unirsi alla nostra mobilitazione”.

La segreteria del Pd aveva annunciato davanti ai parlamentari riuniti a Montecitorio una “opposizione durissima contro riforme che scardinano l’impianto costituzionale del Paese”. Poi arrivano le parole del leghista Andrea Crippa, riportate dal pentastellato Ricciardi in aula, (“Gesto X Mas? Peggio Bella Ciao“), ed ecco una nuova bagarre. “Fuori i fascisti dal Parlamento”, si grida dai banchi dell’opposizione, mentre si intona Bella Ciao. Intanto al Senato sono in corso le votazioni sul premierato, le opposizioni sventolano il Tricolore e le senatrici di Pd, M5s e Avs occupano per protesta i banchi del governo.

Conte diffonde un video sui social, stigmatizzando l’aggressione a Donno: “Inaccettabile. E, peraltro, per cosa? Per un tricolore. È la nostra bandiera. Se il vostro problema è il tricolore e difendere l’unità del Paese, ebbene noi rilanciamo e scenderemo in piazza con i tricolori”, dice il leader M5S invitando a portare le bandiere in piazza. “Sventoliamo il nostro tricolore, diciamo no a questo clima e a questi tentativi di vile aggressione”. E sarà Riccardo Magi a parlare per primo di ‘Melonato’: “Martedì +Europa è in piazza con le altre opposizioni per smontare il Melonato, ovverossia il combinato disposto Autonomia + Premierato, che mina dalle fondamenta il costrutto democratico del nostro Paese”.

Le contromisure

“Non appena il testo della legge sull’autonomia differenziata verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, le Regioni da un lato e il corpo elettorale dall’altro, potranno reagire. Le Regioni, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, potranno fare immediatamente ricorso alla Corte Costituzionale entro 60 giorni dalla pubblicazione”. A ricordarlo subito è il costituzionalista Gaetano Azzariti, che aggiunge: “Poi c’è la via referendaria, è necessario che cinque regioni lo richiedano, oppure che 500mila elettori firmino un quesito referendario abrogativo della norma. Auspico che questa strada possa essere perseguita, i tempi sono strettissimi, c’è poco più di un mese per la raccolta delle firme che vanno consegnate entro settembre, però credo che questo sia un’ulteriore strada per reagire al tentativo di cambiare alla radice la nostra Costituzione e il nostro assetto democratico”.

“Non è mai troppo tardi”, ci ha insegnato il maestro Manzi, notissimo conduttore dell’omonima trasmissione tv (in onda dal ‘60 al ‘68): speriamo che i nostri politici abbiano imparato la ‘lezione’. Che occorre formare una opposizione costruttiva, determinata e puntuale, ma soprattutto unitaria, senza disperdere le forze.

Gli strumenti per continuare la battaglia esistono e le strade da percorrere sono diverse. Il Tavolo e Comitati No Autonomia Differenziata si sono già chiaramente pronunciati in proposito. Per niente scoraggiati dalla temporanea sconfitta, hanno deciso di proseguire la lotta in difesa dell’unità dell’Italia e della Repubblica democratica nella sua attuale forma rappresentativa.

Occorre rimboccarsi le maniche e ripartire. Il percorso è lungo e faticoso.

* MicroMega

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