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“Una stella di nome Ilaria Alpi”, chiuso il progetto ma #NoiNonArchiviamo

Mariangela Gritta Grainer * il . Caso Alpi-Hrovatin, Costituzione, Criminalità, Diritti, Giovani, Informazione, Internazionale, Istituzioni, Memoria, Politica

Il profilo pensato per la rubrica “Dalla parte di Lei” dell’ultimo lunedì di maggio è dedicato a Ilaria Alpi che il 24 maggio “ha” compiuto 63 anni.

Siamo a martedì, in ritardo giustificato, pensiamo, perchè lo scorso venerdì a Roma si è concluso il progetto “Una stella di nome Ilaria Alpi” con una presenza molto significativa ed emozionante di tante scuole che da ottobre 2023 si sono impegnate per motivare perchè una Stella/Ilaria, con tante “opere” che hanno mostrato conoscenza e immaginazione, inventiva e fantasia, passione.

Grazie di cuore a tutte le scuole, anche a quelle che non hanno potuto partecipare in presenza ma che, tutte, riceveranno il ricordo della giornata: non era un concorso.

Scrivo oggi che, per me, è un giorno particolarmente doloroso: il 28 maggio del 1974 Strage di Brescia, la mia città dove ho studiato fino alla maturità nel liceo scientifico Annibale Calini.

Quel giorno, abitavo già da qualche anno a Valdagno, è stato segnato dal dolore e dalla preoccupazione per i miei genitori che di certo erano a quella manifestazione e di cui non avevo notizia.

Fui rassicurata durante l’udienza in cui ero imputata per aver “strappato”, qualche settimana prima (eravamo in campagna elettorale per il referendum sul divorzio), i manifesti che annunciavano il comizio di Franco Franchi del MSI, nella piazza di Valdagno, medaglia d’argento al valor militare per l’impegno nella Resistenza e per la liberazione dal nazifascismo.

Il Comitato unitario antifascista, promosso da Comune, aveva deciso di non dare l’autorizzazione al comizio fascista. E così i manifesti fascisti furono coperti (non strappati) da quelli antifascisti. Fui assolta! Una storia che magari racconterò per esteso un’altra volta.

Ho riferito di questo ricordo personale che, in qualche modo, è collegato alla mia storia e anche al mio impegno trentennale per la ricerca della verità sull’esecuzione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 a Mogadiscio.

E che sta alla base della scelta “Una stella di nome Ilaria”. Ecco perchè in sintesi.

Per definizione la stella è un corpo celeste che brilla di luce propria, come Ilaria e il suo talento. Le stelle che ammiriamo nelle notti d’estate vivono molto più a lungo di noi. E, anche quando muoiono, la loro luce continua a illuminarci: è il fenomeno astrofisico della luce delle stelle morte. Una luce che viene dal passato non è una magia, è legata alla grande distanza delle stelle da noi; necessita di tempo per arrivare sulla terra nonostante la velocità della luce, la più grande conosciuta (300 mila Km al secondo). Ilaria Alpi è morta ma, come per una stella morta, la sua luce ci ha accompagnato in tutti questi anni, accanto a Luciana e Giorgio, i suoi indomiti genitori; non smetterà di illuminare ancora la sua vita e la sua tragica uccisione, insieme a Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Nell’impegno per avere giustizia che ancora non c’è. La luce di Ilaria viene dal passato ma risplende e brilla lucente e illumina il nostro futuro: Ilaria è qui con noi, è un esempio di vita. Ci dice che non si dimentica chi muore ma si valorizza la bellezza della sua luce che proviene dal passato e irradia il futuro.

E quindi la memoria di chi abbiamo perduto, degli ideali traditi non è memoria passiva del passato ma memoria del futuro; il che significa non conservare o rimpiangere quello che è stato ma provare a riscriverlo in una nuova forma in una inedita relazione asimmetrica tra passato e futuro. Una stella è per sempre.

Questo il significato profondo del progetto che le ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini hanno capito benissimo. Una sorta di stella polare che ci deve guidare in questo mondo minacciato da guerre anche vicino a noi per costruire la pace, fermare le stragi degli innocenti subito, perchè l’amore vinca sull’odio e si affermino i valori della “Carta di Assisi” che Papa Francesco ha declinato anche per i bambini.

Grazie prima di tutto ai “ragazzi delle stelle” del MarSEC: Giovanni Furlato scopritore della Stella iA_V1 e Lorenzo Sassaro di un’altra Stella C2_V2.

Lorenzo che non ha ancora 18 anni è stato nominato Alfiere della Repubblica dal nostro Presidente Sergio Mattarella nei giorni scorsi: il 24 maggio c’era con noi a Roma, dunque, una ”autorità” come avevamo annunciato.

Ringraziamo di cuore il Presidente anche per la sua dichiarazione del 20 maggio 2024 che abbiamo potuto leggere per intero presso il Liceo Tito Lucrezio Caro, la scuola che fu di Ilaria. Ne proponiamo un frammento:

“…Le Medaglie d’oro al Merito Civile, di cui Alpi e Hrovatin sono stati insigniti, testimoniano il valore che la Repubblica riconosce alla loro opera. Un prezzo pagato nell’esercizio di un diritto, quello all’informazione, che è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica. Gli assassini e i mandanti sono ancora senza nome e senza volto dopo indagini, depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. È una ferita che riguarda l’intera società. Le Istituzioni sanno che non ci si può mai arrendere nella ricerca della verità.”

E noi non ci arrendiamo, #NoiNonArchiviamo.

Il profilo di Ilaria il suo modo di essere donna e giornalista è raccontato dai due video che proponiamo: quello con servizi di Ilaria, e quello tratto dal film “Ilaria Alpi il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani”.

Per proseguire nella ricerca della giustizia e verità giudiziaria ecco alcuni punti da cui ripartire. La morte di Giorgio Alpi nel pomeriggio di domenica 11 luglio 2010 e di Luciana Alpi, martedì 12 giugno 2018.

Hashi Omar Hassan assolto dal Tribunale di Perugia in ottobre 2016 (sentenza pubblicata gennaio 2017) e assassinato il 6 luglio 2022 a Mogadisco: esplosione di una bomba piazzata sotto la sua macchina.

La motivazione della sentenza di Perugia (12 gennaio 2017) si conclude con due punti importanti:

“…deve revocarsi la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Roma ….nei confronti di Hashi Omar Hassan, con conseguente assoluzione del predetto reato ascrittogli per non aver commesso il fatto.”

“…indipendentemente da chi fosse stato l’effettivo ‘suggeritore’ della versione dei fatti da fornire alla polizia …il soggetto Ahmed Alì Rage detto Jelle, dichiarando il falso, potrebbe essere stato coinvolto in un’attività di depistaggio di ampia portata…”  (che ha coinvolto altri, ovviamente, e non solo relativo a questa vicenda ma iniziato da subito, il 20 marzo 1994).

Ma il 17 giugno 2017 la Procura di Roma chiederà ancora una volta l’archiviazione, con motivazioni davvero sorprendenti.

Quattro PM si sono occupati del caso: Andrea De Gasperis, Giuseppe Pititto, Franco Ionta, Elisabetta Ciannicola.

Cinque Procuratori: Michele Coiro, Salvatore Vecchione, Giovanni Ferrara, Giuseppe Pignatone, Franco Lo Voi (da gennaio 2022)

Utile, necessario, partire dalla sentenza del Tribunale di Perugia che assolve e scarcera Hashi per non aver commesso il fatto (con un risarcimento).

Risalire a ritroso individuando chi ha depistato chi e cosa è stato taroccato, perchè, quando e dove, (who, what, why, when, where) e anche come. Anche i complici.

Perchè, dopo cinque anni dal 20 marzo 1994, i lavori della Commissione bicamerale d’inchiesta non riuscì a votare la relazione/le relazioni finali a causa delle elezioni anticipate del 1996 ma un piccolo gruppo della commissione, che si era recato a Mogadiscio e a Gibuti individuando testimoni e informazioni importanti, l’infaticabile impegno di Luciana e Giorgio Alpi portò alla pubblicazione del libro: “L’esecuzione – inchiesta sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin” a cura di Giorgio e Luciana Alpi Mariangela Gritta Grainer e Maurizio Torrealta per la Kaos edizioni gennaio 1999. Un libro che già raccontava tutto quanto poteva essere successo, compreso il fatto che Hashi era stato un vero e proprio capro espiatorio (significativo l’abbraccio di Luciana alla sentenza della scarcerazione di Hashi).

Queste le parole di Luciana e Giorgio che aprono il libro:

Cara Ilaria,

non sappiamo se ti farà piacere questa cronistoria di quattro anni di avvenimenti, di lotte e di inchieste per conoscere la verità di questo orrendo delitto che ha troncato la tua gioia di vivere. Ci pare di ascoltare a volte la risata con cui sdrammatizzavi certe situazioni, ma d’altra parte non possiamo dimenticare la tua rabbia di fronte a tante ingiustizie che hai dovuto affrontare. Ti chiediamo di capirci. Per noi questa lotta è ragione di vita nel tentativo, forse illusorio, di portare a termine il tuo impegno. Non sarà facile tratteggiare questo lungo periodo di speranze, illusioni e grandi amarezze. Sappi, tesoro, che tante persone ti hanno tradito, hanno cercato di rendere difficile ogni ricerca della verità.

Un bacio, mamma e papà

Di seguito il link con la registrazione dell’evento.

https://webtv.camera.it/evento/25454

* Portavoce #NoiNonArchiviamo

Fonte: Articolo 21

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