Daphne Caruana Galizia: la società civile richiede piena giustizia
Il 16 ottobre di cinque anni fa la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia è stata brutalmente assassinata in un attentato con autobomba a Malta. Rivolgiamo i nostri pensieri alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi colleghi. Insieme a loro, continuiamo a lottare per ottenere una piena giustizia
Il 16 ottobre è stato un giorno per ricordare e celebrare il suo giornalismo senza paura, l’impatto delle sue inchieste sui crimini finanziari, sugli abusi di potere e sulla corruzione radicata, e il suo impegno incrollabile per rivelare la verità e soddisfare il diritto di tutti all’informazione.
Fino alla scorsa settimana, i progressi nelle indagini e nei procedimenti penali erano stati lenti. Ma il 14 ottobre, con una svolta a sorpresa, a seguito di un’ammissione di colpa il Tribunale penale ha condannato i fratelli Alfred e George Degiorgio a 40 anni ciascuno per il loro ruolo di sicari nell’assassinio di Daphne Caruana Galizia. Si tratta di uno sviluppo positivo, anche se rimangono ancora in sospeso i procedimenti giudiziari contro il mandante e i fornitori del materiale esplosivo.
L’impunità incoraggia coloro che usano la violenza per mettere a tacere il giornalismo critico e finirà solo quando tutti i responsabili dell’omicidio saranno perseguiti fino in fondo: gli intermediari e il mandante devono essere assicurati alla giustizia senza ulteriori ritardi.
Allo stesso modo, dobbiamo sottolineare l’inaccettabile mancanza di attuazione delle raccomandazioni formulate dall’inchiesta pubblica sull’assassinio di Caruana Galizia e l’esclusione di una consultazione pubblica strutturata, anche con le nostre organizzazioni, sulle proposte di emendamenti legislativi relative alla sicurezza dei giornalisti e alle SLAPP, che in quest’ultimo caso non soddisfano gli standard internazionali. Il processo rappresenta un’opportunità storica per il governo di Malta di adempiere agli obblighi derivanti dal quadro giuridico e politico internazionale ed europeo per creare un ambiente favorevole al giornalismo e per proteggere i giornalisti.
La mancanza di volontà ad avviare una riforma efficace e sistemica mette in dubbio l’ipotesi che la classe politica maltese abbia tratto qualche lezione dall’assassinio di Caruana Galizia. Alcuni progressi sono stati fatti negli ultimi giorni. Il governo deve ora assicurare la protezione anche per coloro che portano avanti la sua eredità.
Firmato:
Access Info Europe
Access to Information Programme (AIP)
ARTICLE 19 Europe
Association of European Journalists-Belgium
Civic Alliance (CA) Montenegro
Civil Liberties Union for Europe (Liberties)
Committee to Protect Journalists (CPJ)
Corporate Europe Observatory
English PEN
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
European Integrity Academy – AntiCorruption Youth Greece
Free Press Unlimited (FPU)
Global Forum for Media Development (GFMD)
IFEX
Index on Censorship
International Federation of Journalists (IFJ)
International Institute for Regional Media and Information (IRMI) Ukraine
International Media Support (IMS)
International Press Institute (IPI)
Irish PEN/PEN na hÉireann
Kosova Democratic Institute
Legal Human Academy
Media Diversity Institute
OBC Transeuropa (OBCT)
Oživení, z.s. (CZ)
Partners Albania for Change and Development
PEN International
PEN Malta
Reporters Without Borders (RSF)
Scottish PEN
Society of Journalists, Warsaw
South East Europe Media Organisation (SEEMO)
Syri i Vizionit
Transparency International EU
Wales PEN Cymru
Questa pubblicazione è stata prodotta nell’ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. |
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