Minacce alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, la solidarietà di giornalisti e associazioni
Scritte minatorie sul muro del Centro di raccolta “Elide” di Trieste. «Confidiamo si tratti di un episodio isolato», scrivono, fra gli altri, Articolo 21 Fvg, Assostampa Fvg, Leali delle Notizie, Obc Transeuropa, Ordine dei giornalisti e Ucsi Fvg, che esprimono «sconcerto e preoccupazione per quanto accaduto».
Appreso delle scritte anonime (“Morite Luchetta” e “Negri a morte”) comparse sabato 23 luglio 2022 sul muro del Centro di raccolta “Elide” di Trieste, rappresentanti del mondo del giornalismo e dell’associazionismo sono intervenuti per esprimere «sconcerto e preoccupazione per quanto accaduto alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, una comunità – si legge in una nota – che ha saputo trasformare due tragedie e un dolore fortissimo in un progetto di speranza e che da quasi trent’anni è a servizio dei bambini e delle bambine vittime delle guerre ma anche delle persone più fragili e povere della nostra città».
Scrivono Acli provinciali di Trieste, Articolo 21 Fvg, Assostampa Fvg, Camminare Insieme, Centro di accoglienza e di promozione culturale “Ernesto Balducci”, Comunità di San Martino al Campo, Comunità di Sant’Egidio di Trieste, Diritti e Storti, Ics (Consorzio Italiano di Solidarietà), Leali delle Notizie, Obc Transeuropa, Ordine dei giornalisti Fvg, Pax Christi Italia – Campagna “Sulle soglie senza frontiere” e Ucsi Fvg: «Confidiamo che si tratti di un episodio isolato e non sia, come temiamo e abbiamo modo di credere, il frutto di un clima che si è molto imbarbarito e che vede nel diverso una minaccia al proprio benessere, dimenticando le responsabilità che abbiamo nei confronti di chi scappa da guerre ed emergenze climatiche rispetto alle quali non siamo innocenti».
Da parte delle realtà firmatarie del documento viene espressa «massima solidarietà e riconoscenza alla Fondazione, alla presidente Daniela Luchetta e a tutti gli operatori e le operatrici che ogni giorno instancabilmente lavorano per consentire a ciascuno e a ciascuna di noi di restare umani».
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