Sulle stragi di Stato, una nuova grande indagine dei giornalisti italiani
Il 20 settembre, inizia a Caltanissetta l’udienza preliminare che vede indagati tre poliziotti per il colossale depistaggio attorno alla strage di via D’Amelio. Questa e altre inchieste i giornalisti italiani stanno raccontando, per contribuire a fare luce sulle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese. A Palermo, l’indagine “Trattativa Stato-mafia bis”; a Reggio Calabria, il processo “Ndrangheta stragista”; a Firenze, l’indagine sui mandanti occulti delle bombe mafiose del 1993; a Bologna, si cerca ancora la verità sulla strage alla stazione. Un racconto cruciale per la democrazia, perché nelle parole dei giornalisti vive l’impegno di tante persone di buona volontà: familiari delle vittime, magistrati, avvocati, investigatori, rappresentanti di gruppi e associazioni, semplici cittadini.
Ecco perché il lavoro dei giornalisti va difeso e tutelato. La ricerca della verità sulle stragi in Italia deve essere impegno di tutti. E’ necessario continuare a raccontare, troppe domande sono ancora senza risposta. E’ necessario continuare a cercare, all’interno delle istituzioni qualcuno sa. E’ necessario continuare a chiedere che tutti gli archivi di Stato vengano aperti.
E’ il momento di una nuova grande indagine dei giornalisti italiani sulle stragi di Stato. Con il sostegno dei cittadini onesti e delle istituzioni di buona volontà. Non smettiamo di ripetere ogni giorno le domande ancora senza risposta, quelle che abbiamo annotato sui nostri taccuini. Anche se a volte nessuno sembra ascoltare. Anche se a volte fare quelle domande ci costa caro. Vogliamo sapere chi ha rubato l’agenda rossa di Paolo Borsellino e le parole di tanti nostri martiri. Parole che di sicuro racchiudevano il progetto di un’Italia migliore. Ecco perché vanno ritrovate.
Appello Palazzolo, una piattaforma di giornalisti per indagare su segreti di Stato
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