La questione criminale (e di degrado) in Italia
Particolare risalto ha avuto come ogni fine anno – generalmente capita nel mese di dicembre – il servizio giornalistico, con relative analisi e considerazioni, de Il Sole24 Ore del 9 ottobre scorso sui dati consolidati della delittuosità del 2016.
Al sottotitolo, in prima pagina, “Nel 2016 si conferma il calo generale dei delitti (-7,4%)” sarebbe stato meglio precisare, per una questione di corretta informazione, che si trattava “di quelli denunciati”, cioè di quei reati portati a conoscenza delle forze di polizia o direttamente della magistratura da parte dei cittadini. Questo perché resta sempre particolarmente “oscura” quella cifra che, secondo molti esperti di settore, è abbastanza rilevante di delitti commessi ma non denunciati alle autorità pubbliche per tutta una serie di motivi purtroppo noti.
Certamente non siamo al livello del Messico dove, secondo la recentissima “Inchiesta sulla vittimizzazione e percezione della sicurezza”, nel 2016 sono stati commessi (meglio, denunciati) 31,1 milioni di delitti (il 48,9% di furti, seguiti dalle estorsioni) e dove, soprattutto, un noto criminologo dell’INACIPE ha posto l’accento sulla “cifra oscura” che sarebbe addirittura di oltre il 90%.
Ma tornando al nostro paese, proviamo ad avanzare valutazioni più attendibili riferendoci ai dati statistici degli ultimi dieci anni elaborati, come sempre, dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale (Dipartimento della Pubblica Sicurezza). La prima osservazione è che nel 2016, per la prima volta nell’arco temporale suddetto, i delitti denunciati scendono sotto la soglia di 2,5 milioni l’anno, esattamente 2.487.389, poco più di 6.800 al giorno.
Il picco decennale si era avuto nel 2014 con 2.892.155 delitti; mentre il valore più basso era stato rilevato nel 2010 con 2.621.019. Quindi, dopo che nell’ultimo quinquennio si erano registrati incrementi percentuali annui oscillanti tra l’1,8% e il 5,4%, nel 2016 si annota un meno 7,4% rispetto al 2015 (delitti denunciati 2.687.269) che tutti vorremmo fosse un segnale incoraggiante e non sporadico.
I furti rappresentano sempre la porzione preponderante (1.346.630) sul totale dei delitti denunciati nel 2016, che includono anche una categoria di “altri delitti” – mai standardizzati nelle statistiche e ritenuti di minore allarme sociale – con un lieve incremento, più 0,5%, rispetto al 2015. Certo, un quadro generale completo dovrebbe poter includere anche i dati relativi alle persone denunciate, ai delitti i cui autori sono stati scoperti (una percentuale, purtroppo, sempre bassa), all’incidenza degli stranieri nella loro commissione, ai minori e alle donne coinvolti. Tutti dati, in realtà, in possesso del Servizio Analisi Criminale.
In quattro “metropoli”, Torino, Milano, Roma, Napoli, sono concentrati quasi il 30% dei circa 2,5milioni di delitti denunciati, con la capitale lombarda in testa seguita da Roma, quindi Napoli e Torino.
In particolare, relativamente alle denunce per associazione a delinquere di stampo mafioso (art.416bis del c.p.), la graduatoria stilata vede, come forse era prevedibile, la provincia di Reggio Calabria in testa, seguita da Agrigento e Napoli (solo sesta), ma addirittura Terni in decima posizione (0,438 denunce ogni centomila abitanti) prima ancora di Palermo(undicesima) con 0,315 denunce, e pare davvero incredibile!
Anche nella categoria delle denunce per associazione a delinquere semplice (art.416 del c.p.) desta qualche stupore vedere la tranquilla Bolzano in testa alla non invidiabile classifica nazionale con 5,722 denunce ogni centomila abitanti seguita, in quarta posizione, da Reggio Calabria e Piacenza, alla pari con Napoli, con 2,092 denunce.
Roma – già con problemi di degrado ambientale, fisico e istituzionale sempre più accentuati- ha registrato, sempre nel 2016, alti valori di denunce per i furti in generale (3.220,9 ogni centomila abitanti, quinta posizione), furti di autovetture (368,3, settima), rapine (75,7,ottava), borseggi ( 564,5,ottava) e scippi (42,4 , decima).
Una situazione generale che non è certo entusiasmante e che potrà migliorare solo nella misura in cui ci saranno più poliziotti e carabinieri (facendo più arruolamenti) a presidiare il territorio nazionale. Tutto il Paese intendo, non solo le grandi-medie città o quelle più “attenzionate” grazie alla “influenza” di alcuni politici.
Trackback dal tuo sito.