NEWS

Delitto Congiusta, processo torna in Appello. Il padre del giovane imprenditore: “Per colpa della politica rischio di non avere giustizia”

di no.fe. il . Calabria

Una lettera indirizzata al ministro della Giustizia, Andrea Orlando e la tessera elettorale riconsegnata alle istituzioni. Dopo il rinvio in Appello del processo per il delitto di Gianluca Congiusta,  ucciso a Siderno il 24 maggio 2005,  il padre del giovane imprenditore calabrese, sceglie la strada di un  “estremo gesto”.  Si tratta di una “civile protesta – scrive Mario Congiusta nella lettera – per la scarsa considerazione che la politica e le istituzioni hanno nei confronti dei cittadini che chiedono che vengano colmati vuoti legislativi di particolare importanza per la giustizia e per l’incolumità delle persone”. Accusato del delitto, Tommaso Costa,  già  condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Locri, pena confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria. La seconda sezione della Cassazione, nonostante l’articolata requisitoria del Procuratore Generale, invece,  ha annullato questa sentenza,  con rinvio  ad una diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello, per la parte che riguarda proprio il delitto di Gianluca. Mario Congiusta, fra proteste, scioperi della fame e manifestazioni di piazza, non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia. E anche  questa volta ha scelto di far sentire la sua voce, rivolgendosi in particolare alle istituzioni e al mondo della politica.

La storia di Gianluca Congiusta. Trentadue anni, gestore di alcuni negozi di telefonia mobile, Gianluca Congiusta fu ucciso la sera del 24 maggio 2005, mentre rientrava a casa dal lavoro. L’imprenditore, estraneo agli ambienti della criminalità organizzata, venne assassinato con due colpi di fucile mentre si trovava alla guida della sua macchina in una zona periferica della città. Un omicidio apparentemente incomprensibile. La svolta nelle indagini si concretizza il 9 gennaio del 2007 quando Tommaso Costa, 48 anni riceve in carcere un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di essere il mandante e l’esecutore materiale, in concorso con altre persone non ancora identificate, dell’omicidio di Gianluca Congiusta. Tommaso Costa era stato catturato solo poche settimane prima, mentre si stava freneticamente “impegnando” nel tentativo di rialzare le quotazioni del clan, ritagliandosi nuovi spazi di influenza. Uno scenario criminale complesso e pericoloso fa da sfondo al delitto del giovane imprenditore. “L’omicidio di Gianluca Congiusta – si legge nelle motivazioni della sentenza di primo grado – è stato deciso, organizzato ed eseguito da Costa Tommaso, ed è un delitto tipicamente mafioso non solo per le sue modalità esecutive ma anche e soprattutto per il concorso di pre-elementi (punitivo, estorsivo e strategico), funzionali alla riaffermazione del potere criminale del risorto sodalizio Costa, potere che non poteva prescindere dal manifestarsi e imporsi nei confronti di chi operava economicamente proprio nelle immediate vicinanze delle case dei Costa”. Un impianto accusatorio confermato in secondo grado ma che la Cassazione, invece, ha rinviato per un successivo pronunciamento della Corte.

Le corrispondenze in carcere e una “norma fragile”.Un vuoto normativo, secondo Mario Congiusta, sbarra la strada al cammino della giustizia sul delitto del figlio. Fra le prove a sostengo dell’accusa anche una lettera, “intercettata” in carcere, che non può essere utilizzata a processo per le norme sulla privacy. Nel testo, alcuni riferimenti al possibile movente del delitto. Qui il tallone d’Achille formale che potrebbe aver convinto la Cassazione al rinvio dell’imputato per le accuse relative al delitto Congiusta. “In assenza di una specifica previsione normativa, l’intercettazione della corrispondenza epistolare è illegittima e processualmente inutilizzabile – scrive Mario Congiusta nella lettera al Ministro Orlando.  E’ facilmente comprensibile che, se il vuoto normativo non viene tempestivamente eliminato, il crimine organizzato continuerà ad avere a sua disposizione un mezzo di comunicazione, semplice ma efficace e, soprattutto, assolutamente inviolabile dagli organi inquirenti, che consentirà, ad esempio, anche ai “boss” detenuti, di continuare ad impartire ordini e direttive agli affiliati”. “Non posso sapere come finirà il processo che mi riguarda – conclude Congiusta – ma di un fatto sono certo, che a distanza di quasi dieci anni, corro il rischio di non avere quella giustizia che mi è dovuta per colpa grave di chi è preposto, e pagato, a legiferare e colmare vuoti segnalati”.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link