“Una giornata storica per il Paese”
«E’ una giornata indimenticabile perché per la prima volta un Papa prega insieme ai familiari delle vittime delle mafie». Così Don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera commenta l’incontro di oggi (presso la Chiesa Gregorio VII a Roma) nel giorno della tradizionale veglia che ogni anno ricorda le oltre 900 vittime delle mafie nel nostro Paese. Domani, 22 marzo a Latina la XIX Giornata della Memoria e dell’Impegno che vedrà l’arrivo di tantissimi giovani, associazioni, cittadini da tutta Italia per “abbracciare” – come ha ricordato Don Luigi Ciotti – i 700 familiari delle vittime delle mafie, nella città del sud pontino. A poche ore dalla veglia “che è un dono” – ha affermato Ciotti – le riflessioni di Don Marcello Cozzi su questa “giornata storica” per il Paese.
Come nasce l’incontro di oggi fra il Papa e i familiari delle vittime delle mafie?
Nasce dalla disponibilità che il Papa ha subito dimostrato accogliendo la proposta fatta da Luigi Ciotti di stare accanto a familiari delle vittime delle mafie in un momento cosi particolare e importante per loro, e per tutti noi, com’è il 21 marzo. Papa Francesco non se l’è fatto ripetere due volte e ha accettato questo incontro. Ed è stato l’ennesimo segno di una grande attenzione da parte del Papa per le persone, le loro storie, il loro dolore.
E’ la prima volta per i familiari e anche per il Papa …
Si, è la prima volta che un Papa prega insieme ai familiari delle vittime il 21 marzo, primo giorno di primavera, scelto per ricordare tutte le persone che sono morte a causa della violenza mafiosa. Un momento importante quello di oggi, storico direi, non solo per loro ma anche per il Paese.
Un incontro che rinnova e rilancia il percorso della Chiesa nella lotta alle mafie?
E’ una giornata storica che non ha precedenti. Vorrei ricordare alcuni momenti importanti, fra i tanti, per la Chiesa nella storia dell’antimafia. Papa Wojtyła che segnò uno spartiacque, prendendo posizione in modo netto contro la mafia e i mafiosi ad Agrigento. Fece un discorso molto forte dopo aver ascoltato la storia dei genitori del giudice Rosario Livatino: un percorso di fatica e sofferenza. Benedetto XVI a Palermo quando disse che bisogna sradicare le radici delle mafie. E oggi, Papa Francesco, che entra nel cuore delle sofferenze provocate dalle mafie, incontrando i familiari delle vittime innocenti. Penso che sia un momento storico per loro, certamente, ma anche per tutto il Paese.Tanto che quest’anno saranno con noi anche familiari che, solitamente, non fanno parte attiva della rete di Libera ma hanno scelto di esserci. Questo è un segnale importante che ci fa capire quanto sia particolare e unica questa veglia con il Papa.
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