Chi ha impedito la cattura del boss trapanese, Messina Denaro? Aperta inchiesta dalla procura di Palermo
Perchè ad un passo dall’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro, nel Marzo del 2004, è arrivato un ordine dall’alto dei vertici dell’Arma che ha bloccato l’operazione di cattura del boss trapanese?
E’ questa la domanda che si pone la Procura di Palermo che ha appena aperto un’inchiesta sulla vicenda. La denuncia è arrivata proprio dal Maresciallo dell’Arma Saverio Masi che si trovava già sulle tracce del latitante dal 2003. Il Masi, ha raccontato che nel Marzo del 2004 avrebbe incrociato il boss trapanese, nei pressi di Bagheria, che viaggiava a bordo di un’utilitaria in direzione di Bagheria e di averlo immediatamente inseguito, fino all’arrivo ad una villa. Sul posto ad attenderlo, secondo la versione del militare, c’era una donna. In quel momento il maresciallo avrebbe immediatamente chiesto l’autorizzazione a proseguire le indagini, ma i suoi superiori gli avrebbero negato il permesso, obbligandolo alla cancellazione, dalla relazione, dell’identità del proprietario della villa e della donna che attendeva il superlatitante.
Oggi il maresciallo Saverio Masi è un uomo della scorta del Pm Nino di Matteo, quest’ultimo fa parte di quei magistrati che con determinazione ed impegno lottano contro Cosa Nostra. Il Pm si occupa anche delle indagini sulla trattativa Stato-mafia. Il fascicolo aperto nella Procura di Palermo, è oggi a carico di ignoti. Ad occuparsi dell’inchiesta sono l’aggiunto Maria Teresa Principato e il sostituto Maurizio Agnello.
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