«Roghi devono scomparire»
«Sì nella “terra dei fuochi” serve davvero un “guerra giusta”. In questi mesi abbiamo cessato di arretrare, però per riconquistare il campo non sono sufficienti interventi tampone. Ne servono di carattere strutturale. Bisogna sistematizzarli e razionalizzarli. Le truppe in campo ci sono ma va razionalizzato il loro utilizzo». Così il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, riprende le parole del nostro direttore nella risposta ad una mamma della “terra dei fuochi” e risponde a chi chiede cosa intenda fare il governo su questo fronte. «Quello che ho annunciato io l’ho fatto. Ora il 15 settembre avrò una prima bozza della riforma delle sanzioni. Il gruppo che ho incaricato ha lavorato anche durante l’estate». E sempre a settembre «torno in Campania ma assicuro che non ho smesso di occuparmene neanche in queste settimane. Il dossier non è mai uscito dal tavolo neanche ad agosto. Ora però bisogna sistematizzare l’attività svolta e mettere in campo quell’esercito che è soprattutto l’esercito delle risorse».
E avanza già alcune nuove proposte concrete. «Chiederò al ministro dell’Interno Alfano di attivare un tavolo ad hoc che porti finalmente ad integrazione i diversi sistemi di monitoraggio e vigilanza che esistono sul territorio». Assicura che parlerà nuovamente col ministro della Salute, Lorenzin, per quanto riguarda il dramma delle morti per tumore. Ma non solo loro, perché serve «un piano integrato dei ministeri che fino ad ora si sono mossi, coinvolgendo anche Interno e Giustizia per predisporre un accordo di programma in un arco pluriennale che impegni i diversi ministeri, la regione, le strutture periferiche dello Stato. Per avere accesso ai nuovi fondi strutturali europei del 2014 in particolare per le bonifiche».
Insomma ministro respinge al mittente le accuse di aver fatto solo promesse?
Senza vanagloria io penso di aver mantenuto tutti gli impegni presi, dal sollecito agli altri miei colleghi più direttamente interessati allo stanziamento delle risorse disponibili, e al gruppo di lavoro sui reati. La questione del registro dei tumori per quanto riguarda la collaborazione col ministero della Salute. Il rafforzamento degli strumenti di monitoraggio sia per la salute che per i suoli, distinguendo con la certificazione quelli non contaminati perché questa situazione non gravi anche sulle produzioni agricole. Poi abbiamo bloccato temporaneamente l’importazione dei rifiuti industriali dalle altre regioni, per circoscrivere il rischio. E abbiamo lavorato sul fronte tracciabilità: il Sistri verrà attuato in Campania anche per i rifiuti solidi urbani oltre che per quelli industriali.
Basta? Molti cittadini dicono di non vedere i cambiamenti.
Naturalmente c’è sempre qualcosa che sfugge ma rispetto alle questioni che mi erano state poste dai cittadini penso di poter dire di aver mantenuto tutti gli impegni. Certo non sono risolutivi del problema, ma per mitigarlo e in parte evitare un ulteriore danno, mentre la vera questione, ciò che è stato provocato nel tempo, si può risolvere solo con azioni prolungate.
E come?
Da un lato tappare la falla, l’ulteriore produzione di danni, e l’unico modo è sistematizzare l’attività di monitoraggio e vigilanza, anche se su questo fronte ci sono stati dei passi avanti importanti, con la collaborazione tra le forze dell’ordine e delle procure. Come mi ha comunicato il commissario Cafagna, abbiamo avuto una forte riduzione del fenomeno dei roghi, però non siamo ancora arrivati alla scomparsa. Per questo chiederò al ministro dell’Interno di attivare un tavolo ad hoc che porti finalmente ad integrazione i diversi sistemi di monitoraggio che esistono sul territorio. E così magari la “terra dei fuochi” potrà diventare un’esperienza pilota.
A proposito di ministri ha parlato con la responsabile della Giustizia, Anna Maria Cancellieri per quanto riguarda la riforma delle sanzioni?
Ha subito dimostrato la disponibilità ad analizzare congiuntamente questo lavoro e a introdurre questo tipo di riforma all’interno del Codice penale. Questo è un salto di qualità molto importante perché spesso abbiamo introdotto nuovi reati ma non sempre sono stati sistematizzati all’interno del Codice.
Altro ministro tirato più volte in ballo dai cittadini è quello della Salute Beatrice Lorenzin…
Il ministro mi ha assicurato in più occasioni che intendeva assumere un’iniziativa. Mi auguro che dopo l’impegno politico ci siano esiti concreti. Per questo è molto importante mettersi intorno a un tavolo per mettere nero su bianco “chi fa che cosa” e “in che tempi”. Perché un’emergenza come questa non può essere rimessa alla buona volontà del ministro di turno. È un problema strutturale, richiede un’azione dello Stato con un orizzonte pluriennale e che impegna non i ministri ma le amministrazioni.
Intanto continua il dramma di chi vede i propri familiari morire…
Se io avessi ritenuto infondato questo tema non avrei sollecitato il ministero della Salute a introdurre strumenti particolari di monitoraggio. Ma purtroppo non è che in quattro mesi si ribalta un danno che avrà effetti in tempi lunghi. Posso solo dire che oltre a chiedere scusa, la cosa che lo Stato deve fare è impedire che questi fenomeni si possano ripetere. Il fatto positivo di questi mesi è stata una ripresa, anche per merito vostro, della centralità del tema, c’è stato un impegno di diversi ministeri, ora però bisogna che queste attività siano sistematizzate e non rimesse all’eccezionalità del momento.
Ma i fondi, soprattutto per le bonifiche, sono pochi…
È molto importante che non solo si reperiscano nuove risorse ma che non si cancelli la priorità. Spesso nel nostro Paese a fronte di un’attenzione mediatica si trovano anche risorse ingenti però una tantum, mentre è più importante avere un accesso prolungato nel tempo perché ci troviamo in una situazione di cui non sappiamo ancora chiaramente quali conseguenze si possono essere determinate sia per l’uomo che per la natura.
[Antonio Maria Mira è giornalista e inviato per il quotidiano “L’Avvenire”]
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