Il Diario. Campo di medi@ttivismo: “Capire cosa accade nel nostro Paese per raccontarlo”
Riceviamo e pubblichiamo il diario dal campo di Medi@attivismo in corso a L’Aquila// Il 16 luglio 2013 ha avuto inizio la mia esperienza al secondo anno del campo di mediattivismo organizzato da Libera a Paganica, in provincia de L’Aquila. La prima bella sorpresa mi attendeva alla stazione di Roma Tiburtina, dove ho incontrato due ragazze con cui avevo svolto il campo precedente a Borgo Sabotino, in provincia di Latina. Insieme siamo salite sull’autobus piene di entusiasmo per questa nuova avventura. Man mano che ci avvicinavamo alla destinazione del nostro viaggio, si faceva più forte in me la consapevolezza del luogo in cui mi trovavo e del tema che avremmo approfondito: il terremoto del 2009, le modalità di gestione dell’emergenza e le relative conseguenze nel tempo. Non appena siamo giunti in città, la mia attenzione è stata catturata da una serie di edifici, tutte dello stesso aspetto. Più tardi avrei saputo che si trattava delle C.A.S.E, volute del governo. Una volta al campo, è stato molto emozionante salutare i ragazzi che già conoscevo e incontrare i nuovi arrivati. La sera stessa abbiamo visitato il centro di L’Aquila.
L’impatto è stato piuttosto forte, ma necessario a capire fin dall’inizio cosa è capitato in questo territorio e le problematiche ancora presenti, in particolare la mancata ricostruzione. Una serie di palazzi sventrati si presentava davanti ai nostri occhi, un groviglio di impalcature e nodi dimostrava che, dopo quattro anni, si è ancora lontani dall’obiettivo che si sarebbe dovuto raggiungere nel post terremoto. L’impressione era quella di aggirarsi in un set cinematografico. Nel centro storico un tempo cuore pulsante della città si presentava desolato e abbandonato.
Lo scenario impresso nelle nostre menti in quell’occasione ci è stato d’aiuto per comprendere l’incontro con Cristina e Marco, del coordinamento di Libera L’Aquila, impegnati nell’informazione e Angelo, che ha documentato ciò che è avvenuto fin dai primi momenti del dopo terremoto.
È stato molto utile avere una testimonianza diretta degli eventi che hanno travolto questa comunità dal 6 aprile 2009. Siamo venuti a conoscenza di fatti non riportati dai media nazionali e questo mi ha permesso di adottare una nuova prospettiva.
Nei giorni successivi abbiamo potuto mettere in pratica le competenze teoriche acquisite durante il primo campo di mediattivismo, concentrandoci sul caso particolare di L’Aquila.
Ci siamo, quindi, esercitati nella scrittura di testi per agenzie, web e radio e nella realizzazione di video.
Vari progetti hanno preso forma, come quello della realizzazione di uno spot e la scrittura di un ciclostile, destinato alla popolazione locale. Quest’ultimo riveste una particolare importanza, poiché è stato il primo strumento di diffusione dell’informazione all’interno delle tendopoli subito dopo il terremoto, quando gli abitanti non potevano ricevere notizie. Questa per noi, che desideriamo fare informazione indipendente dal basso, è una grande opportunità.
Questa esperienza si sta rivelando sempre più coinvolgente e interessante. Sono sicura che anche quest’anno tornerò a casa con una maggiore consapevolezza di ciò che succede nel mio Paese, più strumenti per fare informazione e qualche amico in più.
Maria
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