“Dipendenze” in vendita on line
L’Europa continua ad essere quella parte del mondo dove si consuma più cannabis. Si parla di circa 2.500 tonnellate l’anno (rapporto Europol 2013). L’Italia, con la Spagna e la Francia, sono in testa alla classifica. Aumenta il consumo di “erba” anche tra gli studenti italiani con l’età media del “primo contatto” che si abbassa a quindici anni. Soltanto nel 2012 le forze di polizia italiane ( e le dogane), hanno sequestrato ben 43.38 ton. di cannabis, il quantitativo più alto degli ultimi anni ed oltre 4milioni di piante. Nei primi quattro mesi del 2013 i sequestri hanno già superato le trenta tonnellate tra hashish e marjiuana. Un quantitativo impressionante, destinato, secondo le proiezioni e le valutazioni di analisti, a diventare il record assoluto dei sequestri di droghe in Italia. Dilaga il consumo di miscele composte da sostanze di origine vegetale e di sintesi (spice), con effetti simili a quelli della cannabis. Si diffonde sempre più il consumo di “bevande energetiche” (con alto contenuto di caffeina) associate ad alcol. E’ quanto emerge dal recentissimo rapporto Espad dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa. Alcune delle valutazioni non sono condivise dal Dipartimento Politiche Antidroga (Presidenza del Consiglio dei Ministri), che le giudica contraddittorie “..con altre ricerche eseguite con metodiche avanzate”. Insomma c’è sempre una diversità, a volte profonda, nelle analisi e nei dati che vengono forniti da organismi e istituzioni sul complesso mondo delle tossicodipendenze. Per non parlare dei resoconti sull’azione di contrasto al narcotraffico – in Italia quello annuale, in fase di elaborazione finale quello del 2012, della DCSA è senza dubbio il più completo e affidabile – in cui si cerca di capire come vanno gli “affari” delle mafie e della criminalità del settore e, soprattutto, se è stata efficace la repressione delle forze di polizia.
Se l’uso della cannabis tra i giovanissimi rappresenta un serissimo problema sanitario e sociale, altrettanta preoccupazione per la salute dovrebbe venire dai tanti farmaci venduti anonimamente on line. Da almeno due anni, per esempio, si registra un incremento esponenziale di “farmaci antifame” venduti tranquillamente su network italiani e di cui si pubblicizzano effetti miracolosi. In realtà, approfondendo, si scopre che tali prodotti, in alta percentuale, contengono la “sibutramina” (è un ormone steroide usato per la crescita) che è vietata in Italia dal 2010 a causa di diversi decessi. Con le stesse modalità si vendono farmaci utilizzati nelle disfunzioni sessuali maschili che contengono “tadalafil” (Cialis) e “sildenafil” (Viagra) che in molti paesi sono venduti solo con ricetta medica a causa dei seri problemi cardiocircolatori che possono determinare. Recentemente la FAD ( Food and Drugs Administration), ha trovato tadalafil, sildenafil e analoghi in alcuni prodotti antifame. In Italia silenzio generale sul punto. Diversi i marchi che appaiono sui siti che pubblicizzano compresse e pasticche antifame contenenti sibutramina (per es. la Olaax Corporation), ma anche nel caffè come quelle della Intecharm Inc. Il campionario è, comunque, vasto: dalle Capsule Celerite Slimming e Japan Rapid Weight Loss alle Magic Slim Weight, Dream Body Slimming Capsule. E’ probabile che tali prodotti siano già all’attenzione del Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida attivo presso il Dipartimento Politiche Antidroga istituito, appunto, per individuare precocemente i fenomeni pericolosi connessi alla comparsa di nuove droghe. Proprio di recente, gennaio 2013, è scattato l’allerta massima per gli otto casi di intossicazione acuta correlati all’assunzione di metossietamina verificatisi nelle province di Pavia, Venezia, Treviso, Milano e Ravenna. Sempre a Treviso (ed Imperia), anche i primi due casi di intossicazione per il consumo di PMA (parametiossiamfetmina) e PMMA (parametiossimetamfetamina), entrambe potenti droghe sintetiche. Staremo a vedere cosa accadrà dopo il 2 luglio p.v quando entrerà in vigore la direttiva europea 2011/62 che introduce norme più rigorose per rendere difficile l’ingresso di medicine contraffatte o illegali. Sarà, comunque, difficile incidere in modo concreto su di un mercato mondiale on line che vede, nello specifico, un fatturato annuo della criminalità stimato in oltre 300miliardi di dollari.
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